LIDIA BECCARIA ROLFI

Fotografia della scrittrice Lidia Beccaria Rolfi

 Lidia Beccaria in Rolfi (Mondovì, 8 aprile 1925 - Mondovì, 17 gennaio 1996) è stata una scrittrice italiana, nata da famiglia contadina, completò gli studi magistrali nel 1943 ed iniziò ad insegnare in una scuola elementare.
Entrò presto in contatto con la locale Resistenza e diventò staffetta partigiana già nel dicembre del 1943 con il nome di battaglia di "maestrina Rosanna". 

Il 15 aprile del 1944 fu arrestata dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana e fu incarcerata a Cuneo. Consegnata alla Gestapo, venne trasferita prima a Saluzzo e poi alle carceri nuove di Torino. Il 27 giugno venne deportata nel campo di concentramento nazista di Ravensbruck assieme ad altre tredici donne.
Rimase nel Lager sino al 26 aprile 1945, dapprima nel campo principale e successivamente in un sotto-campo. Ritrovò la libertà nel maggio 1945, durante la marcia di evacuazione organizzata dalle SS. 

Rientrata in Italia nel settembre del 1945, riprese l'insegnamento, cui affiancò un'intensa attività di testimone lavorando per l'Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l'Associazione nazionale ex deportati. Per quasi trenta anni si impegnò per far conoscere l'esperienza concentrazionaria delle deportate donne, portando la sua testimonianza nelle scuole e in molti incontri pubblici.

Nel 1978 scrisse insieme ad Anna Maria Bruzzone "Le donne di Ravensbruck", prima opera in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel 1996 diede alle stampe il suo secondo libro, "L'esile filo della memoria", racconto autobiografico del suo ritorno dopo l'esperienza del Lager e del difficile reinserimento nella vita civile. 

Nel 1997 uscì postumo "Il futuro spezzato", un saggio sull'infanzia durante la dittatura nazista, cui Lidia Beccaria Rolfi lavorava da quasi venti anni e che Primo Levi aveva apprezzato tanto da scriverne l'introduzione.

Nella sua opera di testimone contro ogni negazionismo si espresse criticamente contro chi identificava la Resistenza nella sola esperienza della lotta armata, rimarcando l'importanza dell'opposizione antinazista realizzata dai detenuti nei Lager.

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